L’appezzamento è caratterizzato sia dalla diversità geologica che da un’elevata variabilità: la parte settentrionale è caratterizzata da una diversità geologica su terreni scistosi e sabbiosi; la ftanite (roccia sedimentaria) predomina, contribuendo alla precisione e alla freschezza della struttura, in cui sono coinvolti quarzo e riolite presenza di acidi e la personalità minerale del vino, le arenarie giocano sul potere vettore. Questa è l’area il primo e il più fresco da raccogliere a maturità fenolica. Poi arriva una zona centrale dove le sabbie si alternano e scisti con variabili ambientali reali che influenzano direttamente il vigore, quindi il carico e la data raccolta. Più a sud del lotto, troviamo lo schema classico di Savennières con sabbie su scisti in cui si trova diciamo tanto più vigore e acidità quanto più spessa è la sabbia sugli scisti. Tre vitigni compongono il Clos du Grand Beaupréau per una superficie totale di 7 ha ai piedi del vecchio mulino Grand Beaupréau. È la posizione più alta della denominazione Savennières con un orientamento generale verso sud. Età media delle viti: 25 anni, uva 100% Chenin, viti strette (5.500 viti / ha), erbose all’interno. Disinserimento in maggio-giugno poi diradamento a luglio manualmente, in modo da per ottimizzare l’areazione dei grappoli per una buona maturità. Vendemmia manuale, per cernite successive. Vinificazione con pressatura lenta, decantazione da 24 a 48 ore, fermentazione lenta (alcolico e malolattico, senza inoculo o zuccheraggio), invecchiamento parziale in botti. Questo vino si adatta come aperitivo, con pesce e frutti di mare, e si sposa perfettamente con i carpacci e può essere gustato anche con i formaggi di capra fresco.